PPTR e strumenti urbanistici: le professioni tecniche fanno “rete” per attivare soluzioni condivise

 

Le professioni tecniche della provincia di Lecce sono pronte a “mobilitare” competenze e agire in sinergia per fornire un contributo concreto nella difficile partita dell’adeguamento degli strumenti urbanistici e quindi dei processi autorizzativi alle previsioni del Piano Paesaggistico Territoriale della Regione Puglia, che a tre anni dall’approvazione e attuazione evidenzia non poche criticità e rigidità sia sotto il profilo normativo che procedurale e sta causando, di fatto, una paralisi dell’attività edilizia con gravi ricadute economiche e sociali per i territori.

Questa la volontà emersa nel corso di due incontri, lunedì 10 e mercoledì 12 dicembre, di quella che, su iniziativa dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Lecce, si pensa di istituzionalizzare e formalizzare come Rete delle Professioni Tecniche a livello provinciale, per mettere a sistema esperienze e know-how specifici di ogni categoria nella ricerca di soluzioni condivise e nell’organizzazione trasversale della formazione.

Presso la sede dell’Ordine degli Ingegneri, hanno partecipato ai tavoli di confronto vertici e rappresentanti provinciali dell’Ordine degli Architetti, del Collegio dei Geometri, del Collegio dei Periti Industriali, dell’Ordine degli Agronomi e dell’Ordine dei Geologi. Gli incontri sono stati seguiti anche da ANCE Lecce e da ANCI e vi ha preso parte il consigliere regionale Mario Pendinelli, del Gruppo Misto, promotore di iniziative di revisione e superamento delle problematiche del PPTR.

Sono stati posti al centro della discussione, oltre alle varie criticità che stanno derivando dalla pratica applicazione del PPTR, soprattutto nelle Zone Omogenee A e B e nei comparti in corso di completamento o comunque già approvati, anche i rapporti con la Soprintendenza, la quale nello scorso ottobre ha sollecitato un tavolo di coordinamento con i RUP ed i componenti delle Commissioni Lavori Pubblici delle tre province (Lecce, Brindisi e Taranto) per discutere del nodo delle proposte progettuali, a dire della stessa, in contrasto con il PPTR.

La strada da percorrere individuata nel corso delle due riunioni, fatta salva la competenza per il rilascio dei pareri della Soprintendenza di Lecce per le tre province, è quella di sollecitare Regione Puglia e MIBAC a “chiarire” attraverso una interpretazione autentica e un percorso istituzionale corretto, gli errori presenti nel PPRT, sia grafici che di scrittura, uno per tutti, l’apposizione del vincolo sulle fasce costiere di 300 mt – che porta a vuoti paesaggistici su tratti di costa già urbanizzati o densamente edificati – che per alcune zone non ha ragione di esistere in quanto non conseguente ad alcun regime vincolistico preordinato e stabilito dall’ordinamento paesaggistico nazionale.

Per i rappresentanti delle professioni tecniche il PPTR è fondato su principi inoppugnabili, ma essendo uno strumento complesso e redatto in tempi molto stretti risulta viziato da numerose imprecisioni.

Queste criticità e l’inerzia di molte amministrazioni comunali, in maggioranza prive dell’adeguamento della strumentazione urbanistica al PPTR, hanno un costo economico e sociale che le professioni tecniche e le associazioni datoriali registrano con preoccupazione.

A conclusione dell’incontro si è dunque convenuto di cercare una via giuridica, amministrativamente sostenibile, per superare le criticità del PPTR.  A tal proposito, le professioni tecniche, insieme agli attori che hanno interesse a fare chiarezza, ANCE e ANCI, e con il coinvolgimento delle Federazioni regionali degli Ordini Professionali presenti al tavolo, si sono impegnati a fornire supporto attraverso un documento che contenga valutazioni e proposte per rendere chiaro lo strumento paesaggistico e per favorirne una corretta applicazione.

 Sulla base del lavoro che sarà messo a disposizione dal tavolo delle professioni tecniche e dei portatori di interessi, il consigliere regionale Mario Pendinelli si è impegnato a chiedere alla Commissione Consiliare l’istituzione di un tavolo tecnico regionale al quale invitare il MIBAC per aprire una fase di revisione.

 

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