SUPER ECO BONUS 110% – TERZIETA’ ED EQUO COMPENSO – NOTA PER TUTTI GLI ISCRITTI

A seguito di numerose segnalazioni pervenute, il Consiglio dell’Ordine, nella seduta del 28.07 us, ha deliberato di inviare una nota a tutti gli iscritti per ricordare l’obbligo di terzietà e di equo compenso da parte dei professionisti tecnici nelle attività previste dal Decreto Rilancio. A tal proposito, si ricorda che è in fase di costituzione, presso il Ministero di Giustizia, il Nucleo di monitoraggio della disciplina dell’equo compenso attraverso il quale la RPT (rete delle professioni tecniche) di concerto con gli organi territoriali, potrà tutelare gli iscritti e preparare azioni contro coloro che non ottemperano alla normativa.

Si riporta di seguito la nota che è stata inviata anche agli organi di stampa.

La Consigliera Segretaria                                                                      Il Presidente

Ing Anna Paola Filieri                                                                  Ing Raffaele Dell’Anna

 

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SUPER ECOBONUS 110%

TERZIETA’ E COMPETENZA DEI TECNICI È GARANZIA PER TUTTI

 

Il Decreto Rilancio, con riferimento all’introduzione del Superbonus del 110%, costituisce un’opportunità storica per l’economia dell’intero Paese, con possibili ricadute paragonabili agli effetti del boom italiano del dopoguerra, con la differenza che nel caso dell’Italia degli anni ’50-’60 del ‘900 il clima di rinnovata fiducia e il benessere economico furono favoriti da un sistema pubblico-privato poco regolamentato, sia a livello fiscale che organizzativo dei controlli postumi.

La grande intuizione del legislatore, oggi, invece è stata quella di offrire al privato un’opportunità di riqualificazione dei propri immobili, facendone aumentare così il valore di mercato, senza nessun onere, introducendo parallelamente la necessità di tracciare ogni passaggio e un rigido sistema di controlli per i successivi otto anni dal termine dei lavori, da parte di Agenzia delle Entrate, Guardia di Finanza, Ufficio Ispettivo del Ministero.

Si tratta di un’occasione imperdibile per il settore dell’edilizia in affanno, ma occorre fare molta attenzione.

I primi ad essere chiamati in causa nella fase di analisi preliminare dei fabbricati oggetto di potenziali interventi sono i tecnici, e, sebbene l’approccio a quest’attività, ai fini di un esito positivo, debba essere multidisciplinare e trasversale sin dal momento della redazione del progetto di fattibilità, la figura dell’ingegnere resta centrale in tutto il processo, fino alla fase conclusiva dell’asseverazione tecnica, da redigere in forma di autocertificazione, come previsto dal DPR 445/2000; in caso di dichiarazioni mendaci o false, (ad esempio  su conformità urbanistica, materiali impiegati, parti di edificio interessate dai lavori, salto di classe energetica ecc.), le conseguenze per il professionista e per la committenza vanno dalla revoca del bonus a prevedibili, lunghe liti nelle sedi giudiziarie e provvedimenti disciplinari comminati dal Consiglio di disciplina dell’Ordine territoriale di competenza. 

Considerata questa centralità e il carico di responsabilità che ne deriva, non si comprende bene come sia possibile che i professionisti possano essere dipendenti o lavorare in nome e per conto di ditte che, seppure certificate e di primo livello, hanno comunque l’obiettivo prioritario del profitto, inducendo di fatto il tecnico a perdere quella terzietà che la legge impone a chi svolge le funzioni di direttore dei lavori o asseveratore.

Per scongiurare il rischio di conflitto d’interessi e preservare l’indipendenza del professionista, i compensi devono essere equi e congrui. Il legislatore ha, infatti, stabilito che il computo dei lavori debba essere redatto con riferimento a prezzari locali o della regione nella quale si opera, mentre le competenze dei professionisti tecnici debbano essere determinate con riferimento al D.M. 17/06/2016. Sulla base di valutazioni di massima della tipologia di interventi mediamente necessari per il salto di due classi energetiche, differenziando opere edili e opere impiantistiche, si può dare un quadro di riferimento della possibile correlazione tra importo dei lavori e ristoro per l’attività tecnica, comprese le responsabilità postume, del tecnico. I range all’interno dei quali verosimilmente si potrebbe avere certezza della congruità sono:

Importo lavori da computo metrico

 

Competenze professionali tecnico in relazione all’importo lavori risultante dal computo

 

< 500.000,00 €

 

Comprese tra 20% e 17,5 %

 

>500.000,00 € < 1.000.000,00 €

 

Comprese tra 17,5% e 15,0 %

 

> 1.000.000,00

 

Comprese tra 10,00% e 15,00%

 

 

Pertanto, l’auspicio per gli ingegneri e per tutte le categorie tecniche coinvolte in questa partita decisiva per la ripresa, è che la Legge 77 del 2020 possa scardinare una volta per tutte le barriere dei limiti posti alla non corretta quantificazione delle competenze professionali in relazione alla funzione sociale e tecnica che gli ingegneri e le altre categorie tecniche svolgono e riportare in primo piano il concetto di equo compenso. Al cittadino l’intervento non costerà nulla, e soprattutto non ci sarà quella umiliante corsa all’accaparramento dei contratti o all’aggiudicazione dei lavori con ribassi che nel nostro territorio hanno raggiunto picchi dell’80%.

Occorre ritrovare lo spirito corporativo e la dignità professionale perduta, consapevoli che nello scenario del Decreto Rilancio ognuno deve fare la sua parte con professionalità e coscienza, perché se si sbaglia, le conseguenze ricadranno sull’intera filiera e si perderà l’importante scommessa di sviluppo che la misura rappresenta per la sicurezza e l’efficientamento energetico del nostro patrimonio immobiliare.

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