COMUNALI 2024: I CANDIDATI ALL’ORDINE. PROPOSTE E VISIONI DELLA CITTA’ A CONFRONTO

COMUNALI 2024: I CANDIDATI ALL’ORDINE. PROPOSTE E VISIONI DELLA CITTA’ A CONFRONTO

 

Su piano urbanistico, mobilità, qualità dell’aria e ambiente, una città che sia a misura di famiglie e turisti, senza comprimere diritti e vivibilità dei residenti, è stato modulato, negli spazi della nostra sede in viale De Pietro, il doppio appuntamento con i candidati Sindaco nella imminente tornata elettorale dell’8 e 9 giugno prossimi.

Alla politica, la nostra categoria, che studia, pianifica, controlla, ed è impegnata in un continuo processo di interpretazione dei nuovi bisogni, – spiega il presidente del nostro Ordine Francesco Micelli – non chiede nulla che non sia funzionale al bene comune: essere un acceleratore, un megafono, esaltare le grandi professionalità, oggi tante e quanto mai necessarie per lo sviluppo della città. Le chiede una politica dell’edilizia che non sia espansiva ma neppure asfittica, e si augura che nel consesso della vita pubblica ci siano quanti più ingegneri possibile, perché gli ingegneri sono portatori di onestà intellettuale”.

Il primo incontro, svoltosi il 16 maggio, ha visto confrontarsi con gli ingegneri il Sindaco uscente e candidato della coalizione di centrosinistra Carlo Salvemini.

All’amministrazione da lui guidata nell’ultimo mandato, portato a termine senza scossoni politico-giudiziari, l’apprezzamento per un governo caratterizzato da un approccio a Lecce città pubblica, “plurale”, attento al contributo delle diverse categorie e professioni.

Una stabilità politica, pur in un contesto generale di grande stravolgimento – in primo luogo per la gestione della pandemia – che consente di innestare la visione futura di città della coalizione da lui guidata, ha detto Salvemini, su tre solidi pilastri: in primo luogo, il risanamento economico-finanziario dell’Ente, in assenza del quale non potrebbe essere avviato alcun progetto di trasformazione e che si deve alla manovra di riequilibrio che ha consentito di dimezzare il disavanzo nelle casse comunali e di portare avanti quella che viene definita una “grande operazione politica”, il recupero di 6 milioni di euro annui e di indici di virtuosità fondamentali; secondo pilastro, la messa a punto del più grande Piano di investimenti pubblici della storia di Lecce dal dopoguerra a oggi, esito di una contingenza – l’attenzione ai bandi di Next Generation EU – e della capacità dell’amministrazione di usufruirne, nonostante deficit organizzativo e significative scoperture di personale pari a 250 posti in meno in organico, grazie al piccolo contributo di tecnici assegnato dal Governo a rafforzamento degli uffici. Il Piano che ne è venuto fuori, ha sottolineato con orgoglio Salvemini, mira alla trasformazione urbanistica, ambientale, economica, sociale, culturale della città e ha il compito di portare Lecce nel futuro. Terzo e ultimo pilastro, dotare Lecce dopo oltre 40 anni di un PUG adeguato ai tempi, ai mutati bisogni, rivolto ai cittadini, ai professionisti, alle imprese. A questo si aggiunge il Contratto Istituzionale di Sviluppo (C.I.S.), destinato alla rigenerazione degli spazi costieri, vera e propria “rivoluzione” delle nostre marine.

Una volta sul tappeto i temi programmatici, le sollecitazioni venute dai nostri iscritti hanno riguardato questioni legate soprattutto alla mobilità. A partire dalla scelta di trasferire alcuni uffici nel centro storico, in particolare Urbanistica e Lavori Pubblici, spostati nel complesso dei Teatini. Scelta spiegata con l’esigenza, nell’ambito del Piano di risanamento, di azzerare le cosiddette “locazioni passive” e rispondente al criterio di restituire al cuore antico della città la funzione di “quartiere”, non relegandolo a “cartolina” a solo uso turistico.

Quanto alla nota dolente relativa alla congestione del traffico e alla carenza di parcheggi, Salvemini ha ricordato l’operazione di pubblicizzazione di SGM che ha consentito di aumentare l’offerta e incentivare l’uso di mezzi alternativi all’auto privata, ma anche l’investimento su parcheggi sottoterra e la disponibilità di ulteriori 450 posti auto entro fine anno nell’area ex Massa. Sottolineati dagli interventi dei nostri iscritti i problemi di sicurezza della viabilità e la necessità di un cambiamento culturale su queste tematiche da promuovere sin dalla scuola e di una progettualità smart, che faccia ricorso anche all’intelligenza artificiale, in cui si coinvolgano i professionisti del settore.

Anche in apertura dell’incontro con la senatrice Adriana Poli Bortone, candidata della coalizione di centrodestra, venerdì 24 maggio, il nostro presidente Francesco Micelli è partito dalla sottolineatura di un merito: l’avere dato inizio, durante il primo dei suoi due mandati a Palazzo Carafa, con il progetto Urban, ad un’opera di rivitalizzazione, riqualificazione e rifunzionalizzazione del centro storico e poi di tutta la città. È stata l’occasione, dopo un lungo excursus su origine e ratio di quegli interventi per fornire una precisa vocazione a immobili di grande pregio che non ne avevano, per entrare nel merito della visione per la Lecce che verrà, e quindi innanzitutto del tema cardine del PUG. Strumento necessario per la nostra città, la cui adozione dovrà essere il primo punto in agenda di chi la amministrerà nei prossimi 5 anni, ma sul quale – lamenta la senatrice – “avremmo voluto come consiglieri comunali una maggiore interlocuzione” e la possibilità di discutere, per esempio, la previsione di mini comparti, laddove comparti più ampi avrebbero dato la possibilità di intervenire con opere di urbanizzazione adeguate. Prevedere, poi, un’espansione quasi esclusivamente boschiva verso il mare le sembra un eccesso.

Adriana Poli Bortone nel suo programma prevede invece un’espansione ordinata e razionale verso il mare, per ricongiungere tra trent’anni Lecce al suo mare, “riammagliando” i 5 piccoli insediamenti sulla via per San Cataldo perché diventino parte integrante della città del futuro e creando nel medio-lungo periodo dei quartieri residenziali di espansione, compatibili con l’esigenza di avere dei polmoni verdi che la città consolidata così com’è non può avere e consentendo la creazione di quartieri che giungano verso il mare e  facciano dei borghi del litorale veri e propri quartieri della città. A questo si dovrà accompagnare una loro riqualificazione, che li doti di infrastrutture e servizi minimi. Analoga operazione dovrà farsi nelle zone 167. Da qui l’idea dell’istituzione di un Assessorato alla Cura e Manutenzione della città. Bisognerà anche affrontare razionalmente il problema dell’abusivismo, salvando il più possibile e abbandonando l’idea della campagna di espropri per “indennizzare” con altri terreni i proprietari che abbattono, perché troppo onerosa per le casse di Palazzo Carafa.

Insomma, quello che la senatrice propone non è la distruzione del PUG, ma una rilettura che ponga le basi per il progetto di città stellare di 200 mila persone con i 9 comuni limitrofi e con una prospettiva verso il mare. E per farlo pensa alla costituzione di un gruppo di progettisti locali espressione degli Ordini che in un confronto continuo con la città recuperino tutto il lavoro già fatto, migliorandolo rispetto ad alcune criticità.

L’apporto delle professioni, ha sollecitato il nostro Ordine, potrebbe essere decisivo per potenziare la capacità progettuale dell’Amministrazione e non perdere i finanziamenti. Uno o due ingegneri in più in un Ufficio Tecnico, con personale ridotto all’osso, metterebbero in moto l’economia almeno del 30 per cento rispetto alla situazione attuale e potrebbero essere un considerevole moltiplicatore di vantaggio.

Quanto infine alla viabilità, oltre a rivendicare il carattere innovativo e l’opportunità dell’operazione filobus, la senatrice rilancia il piano predisposto già nel 2006: nel centro storico minibus elettrici, gratuiti, poi rete filobus lungo le quattro porte, circonvallazione, assi di penetrazione in ciascuna delle periferie, con al termine i parcheggi di scambio.

Lo scorso 30 maggio è stata la volta dell’outsider Alberto Siculella, consulente in marketing e comunicazione aziendale, sostenuto da due liste civiche.

Quanto al primo dei due temi “caldi” della campagna elettorale, relativo al PUG, Siculella ne condivide buona parte dell’impianto, non il metodo seguito, che ha confuso “sentire” e ”ascoltare”: “si sarebbe dovuto coinvolgere a monte e non a valle associazioni, professionisti e i diversi portatori di interessi, in maniera diffusa e non a tappe forzate durante le quali prendere degli spunti e fare “copia incolla”– spiega. “Ad oggi, al netto della pubblicazione di un sito, quei temi sono poco chiari a chi non è del settore e questo allontana i cittadini da una corretta informazione su scelte e strumenti strategici che hanno invece importanza storica. C’è inoltre poca chiarezza su volumetrie e destinazione d’uso. Rimuovere e sburocratizzare va benissimo, ma ci sono normative nazionali ed europee che vincolano in qualche modo la gestione”.

Inoltre, premesso che i vecchi modelli speculativi anni ’80 non vadano più bene, bisognerebbe riappropriarsi di terreni agricoli in disuso tra la città e il mare non solo per scopi turistico-ricettivi, ma anche per rialimentare l’agricoltura, creando campi agri-voltaici o per farne degli hub di ricerca e sviluppo sulle fonti energetiche green. Fare impresa, insomma, perché quello che si contesta in maniera aspra è l’idea che Lecce possa essere soltanto turismo. Con la crescita demografica aumenteranno i flussi, ma quantità non significa qualità e se i numeri non vengono ottimizzati in un sistema che abbia ricadute economiche e occupazionali stabili, non diventerà mai una vera e propria industria che dia valore aggiunto. Il PUG deve dare indicazioni chiare ed esplicite soprattutto agli investitori, nel lungo periodo, e svincolarsi dal solo settore turistico-ricettivo.

Poi, il riferimento a quella che viene definita “ipocrisia del bene comune”, che invece va gestito e chi fa impresa non deve essere demonizzato, anzi occorre incentivare ad investire e non soltanto nel turismo, perché si arriverà a un punto di saturazione per cui o si attuano pratiche di sviluppo integrato con nuovi mercati che generino altri indotti oppure non ci sarà futuro tra un decennio.

Centrale nella visione di città di Siculella il tema introdotto dal nostro presidente Francesco Micelli dell’opportunità del ricorso all’intelligenza artificiale, e del contributo che a questo fine potrebbe offrire l’ingegneria del terzo settore, per migliorare alcuni servizi, ridurre il carico di lavoro e razionalizzare l’organizzazione degli uffici. Si tratta di strumenti e tecniche, peraltro in gran parte open source, già in uso da anni e basterebbe poco per attivarle, per fluidificare processi di gestione in svariati campi, dalle energie rinnovabili e comunità energetiche, alla cultura, alla mobilità sostenibile.

Quanto a quest’ultimo tema, altro leitmotiv della campagna elettorale, è stato posto l’accento sulla necessità di sviluppare strumenti integrati di comunicazione e fare sì che l’ Ufficio Mobilità si occupi di protocolli stabili con regolamentazioni durature.  Da efficientare, ancora, il trasporto pubblico, eliminando capolinea e tenendo i mezzi sempre in circolazione, con beneficio quanto a frequenza e capillarità. “Non si può ridurre tutto alla dialettica su piste ciclabili e filobus”, avverte. “Le ciclabili vanno benissimo purchè fatte a norma e con un adeguato piano infrastrutturale di supporto, e anche al filobus diciamo sì ma con criterio, magari con un collegamento verso l’esterno e non con la circonvallazione. È più importante, però, stimolare l’esigenza del trasporto pubblico, cambiando l’approccio culturale”.

A caratterizzare le dichiarazioni programmatiche del candidato, l’esigenza di una gestione integrata dei servizi pubblici e l’apertura al partenariato con i privati, con un faro sempre acceso sulla legalità, in particolare per rendere performanti e remunerativi settori che finora non lo sono stati, come la cultura, ottimizzando le potenzialità dei tanti contenitori culturali della città – dal MUST, alle Mura Urbiche, al Castello Carlo V, a Palazzo Turrisi ecc – di fatto sottoutilizzati.

 

 

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