Nota CNI a Ministro su sicurezza costruito

DOPO IL CROLLO DEL PONTE MORANDI…

IL CNI: “PROFESSIONALITA’ E RESPONSABILITA’ DEGLI INGEGNERI A SALVAGUARDIA DELLA SICUREZZA DEI CITTADINI

 

Di seguito il testo della risposta inviata in queste ore dal Presidente del CNI Armando Zambrano alla nota del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti sul monitoraggio delle infrastrutture esistenti. “La difesa della categoria, delle professionalità e delle responsabilità – sottolinea il nostro Presidente Raffaele Dell’Anna – ha una voce nazionale forte”.

 

“Ill.mo sig. Ministro,

il crollo del Ponte Morandi di Genova ha riportato in prima fila il tema della sicurezza del costruito, in particolare per le opere d’arte delle infrastrutture.

Tema che, come è noto, può essere affrontato solo partendo da una diagnostica attenta, mirata, e da conseguenti verifiche, anche analitiche, eseguite nel rispetto delle norme e delle conoscenze tecnico-scientifiche.

L’ansia, mostrata da alcune strutture periferiche del Ministero o da Enti locali, nel richiedere di ricevere in poco tempo informazioni sullo stato delle infrastrutture presenti nei territori di loro competenza conferma, insieme alla disarmante dimostrazione di non possedere dati conoscitivi adeguati al compito che le infrastrutture quotidianamente svolgono e, soprattutto, alla sicurezza degli utenti, continua la tendenza a preoccuparsi della prevenzione solo nell’immediato evento di tragedie e lutti, finendo purtroppo per non ottenere i risultati necessari, ma anzi aumentando la sensazione di approssimazione e quindi di sfiducia nell’attività delle istituzioni.

Non servono provvedimenti urgenti e non organici: serve un piano di conoscenza su tutto il territorio, redatto da tecnici esperti e competenti nelle varie discipline coinvolte, con protocolli specifici in funzione delle tipologie, dei materiali, delle prestazioni.

Servono quelle azioni coordinate che questo Consiglio Nazionale ha proposto, insieme ad altri soggetti, ben prima dell’ultimo drammatico crollo e che, subito dopo il tragico evento, ha riproposto all’attenzione delle massime istituzioni dello Stato e richiamate in una nota al Presidente del Consiglio di lunedì u.s., che ci permettiamo di allegarLe.

Servono responsabilità ed azioni tecniche adeguate, e sarebbe sbagliato scambiare per emergenza quello che, al contrario, dovrebbe essere un impegno costante di ogni amministrazione centrale e periferica: conoscere, censire, mantenere, prevenire, stabilire criteri di intervento e priorità, ottimizzare le tipologie di intervento, acquisendo dati e informazioni omogenei utilizzabili a livello nazionale.

 

Stiamo assistendo a comportamenti criticabili, da parte di alcuni Enti o Amministrazioni, con i quali, da un lato si derubrica, di fatto, a veloce e formale azione di controllo visivo quello che, invece, dovrebbe essere un vero e proprio ‘progetto di conoscenza’ e, dall’altro, si invoca la gratuità della prestazione professionale, come se, appunto, si dovesse mettere in campo la solidarietà e la volontarietà tipica dei momenti di emergenza e non la pianificazione di atti tecnici complessi da eseguire ‘in tempo di pace’.

Tutto ciò ci appare molto grave perché dimostra il non riconoscere la delicatezza del problema, la sua complessità, le difficoltà tecniche, e, soprattutto, le responsabilità connesse all’espressione di un giudizio.

Attività professionali a così alto tasso di specializzazione e complessità non possono essere svolte in tempi non consoni né possono essere richieste in modo gratuito, richiedendosi ai professionisti impegno, competenza, e soprattutto responsabilità, peraltro a rischio di non copertura, nel caso di prestazioni gratuite, dall’assicurazione prevista per legge.

Inoltre, esse abbisognano di indagini preliminari che necessitano di una programmazione e congrue disponibilità finanziarie.

Ci chiediamo, quindi, quale cultura della prevenzione e della manutenzione potrà mai crescere, in questo paese, partendo da iniziative non ben ponderate come quelle avviate.

In questa ottica, il CNI attuerà tutte le iniziative atte a sostenere e tutelare professionisti tecnici e, quindi, gli interessi e la sicurezza dei cittadini.

Ma farà anche tutto quanto occorre per affermare e realizzare, come evidenziato nelle proposte riportate nella nota allegata, una struttura pubblica che gestisca un protocollo di valutazione e classificazione delle infrastrutture, determinandone le modalità dei controlli e degli interventi, in maniera indicizzata, trasparente e condivisa su unica piattaforma nazionale.

Siamo certi che Ella, sig. Ministro, vorrà sostenere questi principi attraverso specifiche direttive che, contrastando comportamenti errati e fuorvianti, siano il motore di un nuovo e giusto modo di garantire la sicurezza dei cittadini con la verifica ed i conseguenti interventi sul costruito.”

 

 

Allegati:
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