NON QUOTE ROSA MA PARI OPPORTUNITA’ PREMIATE LE MIGLIORI TESI DELLE GIOVANI INGEGNERE

Innovazione, sostenibilità e resilienza. Sono declinate al femminile le parole-chiave e le relative strategie messe in campo per avviare la ripresa del Paese. E non è un caso, se è vero che uno degli obiettivi dell’Agenda ONU 2030 e uno degli assi prioritari del PNRR è proprio la parità di genere e l’empowerment delle donne.

È, d’altro canto, la crescita della componente femminile tra i nuovi iscritti all’Albo, il dato più rilevante emerso dalla pubblicazione dell’annuale rapporto del Consiglio Nazionale degli Ingegneri: nel 2021 hanno rappresentato il 16,1% del totale, mentre nel 2010 erano appena il 10,8% e la provincia di Lecce è pienamente in tendenza, con le 466 nuove iscritte nell’anno appena trascorso, pari al 15% del totale.

Per questo il Consiglio Nazionale degli Ingegneri, che alla promozione della parità di genere e del superamento delle disuguaglianze – una su tutte, quella retribuitiva – ha dedicato energie e competenze di un’apposita Commissione istituita nel 2017 per agevolare il cambio culturale dalle “quote rosa” alle pari opportunità, ha voluto anche concretamente sostenere l’ingegno delle donne, premiandone il risultato sin dal primo traguardo importante: la tesi di laurea.

È nato così, nell’ambito del progetto “Ingenio al femminile”, il “Premio Tesi di Laurea”, voluto dalla Commissione ad hoc in collaborazione con le referenti territoriali, e che ha visto impegnate in sei mesi quattro commissioni nella valutazione dei lavori pervenuti da laureate negli Atenei e Politecnici di tutta Italia. Tra i valutatori, anche la consigliera del nostro Ordine ing. Anna Paola Filieri.

La sostenibilità in tutti i settori dell’Ingegneria per il raggiungimento degli Obiettivi dell’Agenda 2030 il tema scelto, e le centinaia di candidature pervenute sono state la conferma del fatto che l’ambiente, l’economia green, l’ingegneria biomedica, la mobilità sostenibile, l’innovazione sociale sono i campi nei quali il quid pluris dell’approccio e contributo femminile viene maggiormente esaltato.

Il lungo lavoro di scrematura ha portato all’individuazione di una rosa di 11 tesi di eccellenza che hanno ottenuto punteggi da 88 a 95. In sette si sono aggiudicato la “menzione d’onore”: Giovanna Baro per un progetto relativo a un collegamento intermodale tra l’aeroporto di Venezia e la linea ferroviaria che collega il capoluogo veneto a Trieste; Elisa Caccamo, laureata triennale, che ha ideato un sistema di trasporto urbano feeder alternativo ai tradizionali a percorso fisso per incentivare gli abitanti di centri di medie e grandi città a lasciare l’auto privata in garage; Annamaria Giuliano, che ha ideato un modello previsionale in grado di ottimizzare il trattamento biologico-meccanico dei rifiuti; Alba Hyseni, la cui tesi, utilizzando la modellazione con l’ausilio di un software specifico, ha analizzato il comportamento strutturale di un torrino in muratura di valore storico e dalla geometria complessa; Anisia Lauditi, che ha sviluppato simulazioni numeriche in grado di prevedere il risultato della c.d. TAVI, uno dei più adoperati interventi di sostituzione della valvola aortica; Cristina Origlia, che ha progettato un dispositivo di imaging a microonde per diagnosi e monitoraggio dell’ictus cerebrale e Serena Pantano, la cui tesi sperimentale è stata dedicata al trattamento dei rifiuti solidi urbani mediante processi di digestione anaerobica, con lo scopo di coniugare recupero di materia sotto forma di compost e produzione di biogas o biometano.

Quattro le neo ingegnere che hanno conquistato il podio: terza la salentina Chiara Andrani, che nel suo lavoro di tesi sperimentale, svolto in collaborazione con INAIL, ha elaborato un esoscheletro completamente indossabile che attraverso il calcolo delle forze sui giunti articolari riesca a prevenire i disturbi muscolo-scheletrici (DSM) frequenti negli ambiti lavorativi soprattutto in quelli che prevedono movimentazione manuale di carichi. Lo stesso tipo di protesi è stato utilizzato dalle atlete paralimpiche azzurre vittoriose a Tokyo 2020. Condivide con lei il terzo posto in classifica Marina Brancaccio, che si è occupata invece di impiantistica, ideando una nuova strategia che sfrutta la tecnologia internet of things per la diagnosi e prevenzione dei guasti degli impianti a pompa di calore. Innovazione applicata alla meccanica, sempre in ottica green e sostenibile, nella tesi sperimentale di Chiara Nezzi, aggiudicatasi il secondo posto con un lavoro che punta a ottimizzare l’efficienza dei motori a combustione interna per auto con l’applicazione di un sistema di trasmissione a variazione continua di tipo elettromeccanico in grado di ridurre emissioni in atmosfera e consumi. Gradino più alto del podio, infine, per Elisa Fenicchia, la cui tesi sperimentale dedicata all’elettrificazione dei villaggi rurali in Tanzania con il metodo ISWS (Iliceto Shield Wire Scheme, dal nome del prof. Francesco Iliceto che l’ha ideato e reso disponibile ai ricercatori) è l’esaltazione di quel quid pluris dell’ingegno femminile dalle forti connotazioni sociali che la prima edizione del Premio ha cercato negli elaborati in concorso.

Elisa sta già realizzando concretamente il suo progetto che punta a portare l’elettricità in ben 30 villaggi e dall’Africa, in web call, ha “ritirato” il suo premio nel corso della serata finale, lo scorso 15 dicembre.

L’ingegneria premiata mette al centro la persona e gli argomenti sviluppati hanno un’utilità sociale oltre che scientifica perchè propongono soluzioni in grado di migliorare la vita di tutti”- ha commentato con soddisfazione la presidente del nostro Ordine ing. Annamaria Riccio – “Mi sono emozionata – ha sottolineato- ricordando l’immagine felice delle atlete italiane del podio tutto azzurro dei 100 metri alle Paralimpiadi e il mio plauso, alle atlete e a tutti coloro che hanno lavorato per la realizzazione delle protesi,  è ancora maggiore se si pensa all’aiuto concreto che dispositivi così innovativi potranno offrire a chi ne ha bisogno”.

Siamo in un processo di transizione che ci sollecita a muoverci nella direzione del nuovo” – ha detto il Ministro delle Pari Opportunità Elena Bonetti, presente alla cerimonia. “In questo quadro è necessario il talento femminile. Serve la piena partecipazione delle donne”.

Del resto, anche “competitività” è, non a caso, declinato al femminile.

 

 

Torna su