INGEGNERI NELLA P. A.: DA PARAFULMINE A BERSAGLIO TRA INTIMIDAZIONI E INCERTEZZA NORMATIVA

INGEGNERI NELLA P. A.: DA PARAFULMINE A BERSAGLIO TRA INTIMIDAZIONI E INCERTEZZA NORMATIVA

 Gli ultimi episodi intimidatori ai danni di professionisti tecnici con incarichi dirigenziali negli uffici pubblici in provincia di Lecce impongono una riflessione profonda sul disagio degli ingegneri che lavorano nella Pubblica Amministrazione, tra pressioni di vario segno, tempi ristretti, carenza di personale, norme ambigue e complesse. L’appello dell’Ordine degli Ingegneri di Lecce al mondo politico.

 È cronaca di questi giorni l’incendio doloso che ha colpito l’auto del collega Vito Ferramosca, funzionario tecnico del Comune di Tricase con mansioni dirigenziali, episodio inquietante che ha scosso il mondo delle professioni tecniche, e soprattutto gli ingegneri.

Il presidente dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Lecce Francesco Micelli, e l’intero Consiglio, in rappresentanza dell’intera categoria, nell’esprimere totale solidarietà al collega colpito da questa odiosa circostanza, condannano il gesto, vile e insensato.

L’augurio, perché al momento non può escludersi, è che si tratti di un atto criminoso non collegato con l’attività tecnico amministrativa dell’ingegner Ferramosca, e che possa essere derubricato a mero, anche se grave, episodio di teppismo.

Qualora così non fosse accertato, però, la notizia è tale da porre l’urgenza di importanti riflessioni e sollecitare azioni conseguenti, per una molteplicità di motivi: sia per il contesto, che coinvolge uno dei più importanti comuni della provincia di Lecce, contraddistinto da un tessuto sociale sano e sempre fuori dall’orbita di zone a epicentro mafioso, sia per le modalità, di tipo palesemente intimidatorio, del presunto tentativo di condizionamento della vita pubblica.

Siamo certi che il lavoro della magistratura inquirente, di cui sono note sensibilità e professionalità, possa presto approdare alla verità.

A margine di questo evento, ma al centro di quelle che sono le necessità da affrontare nell’ambito della pubblica amministrazione, si vuole tuttavia richiamare l’attenzione sulla condizione lavorativa dei professionisti, spesso ingegneri, che operano come funzionari tecnici nei pubblici uffici.

Premesso che gli ingegneri saranno sempre i primi a sostenere ogni azione che porti alla individuazione ed eradicazione di qualunque fenomeno di corruzione e di malcostume, che possa annidarsi nei processi di rilascio di titoli, permessi, concessioni e/o di affidamento dei pubblici appalti, abbiamo il dovere di evidenziare un forte disagio nella conduzione dell’attività professionale nella veste di servitori della Pubblica Amministrazione.

Il terrore di apporre una firma su un atto è purtroppo un dato di fatto, con la consapevolezza di trovarsi spesso in un vicolo cieco. Il professionista istruttore tecnico o dirigente è spesso costretto ad operare in un contesto legislativo opaco, dove il diritto amministravo e penale si incrociano in pericolose zone d’ombra, che investono le questioni urbanistiche, edilizie, ambientali, e non solo.

Le determinazioni sono spesso il frutto di valutazioni sulle quali incombono: le pressioni della politica, specie in prossimità degli appuntamenti elettorali; lo spauracchio del reato di abuso d’ufficio, che in certi casi si configura come un vero e proprio reato di opinione; tempi ristrettissimi, se commisurati al lavoro istruttorio necessario; esiguità di forza lavoro negli uffici stessi, quasi sempre sotto dimensionati se non proprio totalmente inadeguati rispetto al compito tecnico-amministrativo che si è chiamati a svolgere al servizio delle comunità di riferimento.

Tutti i colleghi che operano nei pubblici uffici con funzioni e mansioni di area tecnica hanno per questo la più profonda solidarietà dell’Ordine, una vicinanza concreta che si traduce nella richiesta al mondo politico che la questione possa essere affrontata con serietà, specialmente in questo momento storico in cui i fondi del PNRR potrebbero essere utilizzati per un rafforzamento intelligente dell’apparato pubblico, e che il legislatore possa porre fine alle ambiguità e alla talvolta inutile complessità delle norme, che nella loro intricata applicazione ed interpretazione trovano spesso i pubblici funzionari nel ruolo di “parafulmine”.

 

Ordine Ingegneri Lecce

Torna su