Vuoto di bilancio

Cara / Caro collega,

mi duole scrivere questa lettera, anche se costituisce l’occasione per comunicare direttamente e far sentire che il Consiglio e la Segreteria stanno lavorando alacremente per portare a regime questa nuova consiliatura.

È stato designato il nuovo Consiglio di Disciplina, sono state deliberate le commissioni di lavoro ed è stata istituita una scuola di formazione permanente per l’ingegneria forense, per gli ingegneri al servizio della Giustizia.

Il 7 dicembre p.v. si insedierà anche il nuovo Consiglio Nazionale degli Ingegneri, e pertanto siamo vicini ad una effettiva ripartenza a tutti i livelli, per la nostra categoria.

Non è sicuramente ancora tempo di bilanci, ma è tempo di lavorare con impegno e perseveranza.

Il motivo principale di questa comunicazione è l’ammanco nelle casse di quest’Ordine che supera i 200.000 €, a causa degli omessi pagamenti delle quote di iscrizione, così come verificato nella nostra accurata azione di ricognizione finanziaria.

Il numero costituisce sicuramente una importante suggestione, se si pensa a quante iniziative ed opportunità potrebbero essere intraprese a favore della nostra comunità.

Tuttavia l’entità di questo numero sostanzia anche la frattura di un patto di lealtà per alcuni di noi.

Vi ricordo che il pagamento della quota   di iscrizione all’Ordine professionale ha la natura di una tassa, quindi le questioni irrisolte dovrebbero andare in pasto alla Giustizia Tributaria, secondo il chiaro pronunciamento della Corte di Cassazione (Ordinanza 1782 del 26 gennaio 2011). Ma non è questo il piano della comunicazione che voglio intraprendere.

Voglio evidenziare che il “contributo” annuale richiesto, praticamente simbolico se rapportato all’attuale -elevato- costo della vita (un pieno di carburante o una pizza in famiglia), costituisce la linfa vitale per il funzionamento dell’Ordine, e dunque la fonte primaria della “spesa pubblica” che permette di organizzare localmente  la nostra formazione e l’erogazione dei servizi. Nella somma inoltre è compresa l’aliquota da versare al Consiglio Nazionale, che su un livello più esteso produce servizi per noi tutti.

Le nostre attività sono protette dalla Legge vi ricordo, ma questa “protezione” richiede un apparato amministrativo e un’azione politica a difesa della qualità dei servizi di Ingegneria.

La deplorevole prassi di non versare questo contributo condurrà pian piano ad un decadimento della qualità di tutti i servizi e delle azioni ordinistiche, se non intendiamo arginare la situazione ed invertire la tendenza verso una sostanziale riduzione ed estinzione di questo “buco”.

Il rispetto verso la stragrande maggioranza dei colleghi diligenti e leali, impone di metterci tutti in linea con la puntualità e la continuità dei pagamenti.

Ci auguriamo di non dover intraprendere azioni formali necessarie a non renderci complici di un perdurante danno erariale. Confidiamo invece nella responsabilità di ognuno di noi, nel senso di appartenenza e nella voglia di sentirsi parte di una collettività di individui animati dagli stessi stimoli intellettuali e dalle stesse  aspirazioni.

Se veramente abbiamo la voglia di mettere in pratica e tramandare comuni valori antichi e identitari poniamoci dunque con la dovuta serietà dinanzi a questa situazione.

Auspico che sia l’ultima volta che il Presidente di quest’Ordine porti all’attenzione questi numeri.

Conto sulla Tua lealtà e sulla Nostra unione di intenti per non tornare più su queste questioni e annunciare presto la possibilità di impiegare i fondi ora mancanti per intraprendere importanti iniziative a beneficio di TUTTI.

Ti abbraccio, ricordando che quest’Ordine è la Tua casa!

IL PRESIDENTE – Francesco MICELLI

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